La magia di una notte di luna piena a Luang Prabang
di V. Brancaforte e M. Gennburg
L’aria del mattino calda e umida. Il ritmo e i passi delle persone calmi, lenti, quieti. Siamo noi ad interrompere questa pace con la nostra corsa per raggiungere uno spettacolo che ci incanta fatto di vesti arancioni oscillanti al ritmo deciso dei tamburi e dei gong. I volti rilassati dei piccoli monaci e degli abitanti ci accolgono con un sorriso e ci invitano a scoprire i tesori di una città dipinta tra tradizione e preghiera, che ci stupisce di continuo: Luang Prabang. Questa cittadina, dall’antico nome Xieng Dong Xieng Dong, è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1995 e forse questo l’ha un pochino modificata, ma vi si respira ancora molto fascino e una pace toccante. La vita sembra scorrere seguendo il flusso del Mekong, ed è scandita dalla preghiera. All’alba di ogni nuovo giorno una folla si muove dalle viuzze verso la strada principale per assistere al rito del tak bat, la famosa questua mattutina di Luang Prabang, durante cui una lunga fila di monaci silenziosi in processione riceve in dono il riso offerto dai fedeli. Nel corso della giornata i monaci più giovani, i novizi, li ritroviamo nei cortili dei tantissimi templi sparsi per la città, intenti nella costruzione di addobbi, ornamenti e lanterne di ogni specie (1)(2).

1. Monaci Buddisti impegnati nella realizzazione delle lanterne ph Valentina Brancaforte

2. Volto concentrato di un monaco nel confezionare una lanterna ph Manuela Gennburg
In questa giornata tutto è in movimento e si tinge di color zafferano. Si aspetta una notte speciale: la notte di luna piena del mese di Ottobre. I monaci novizi all’arrivare del buio si danno da fare, dispongono le lanterne con estrema cura davanti ai templi, le accendono una per una, si arrampicano persino sulle mura che ne delimitano il perimetro e ripetono lo stesso rituale (3)(4). Colori, luci, addobbi ogni cosa viene posizionata con cura ed attenzione. Si condivide la gioia.

3. Giovane monaco accende le lanterne davanti ad uno dei templi della città ph Valentina Brancaforte

4. L’esterno di un tempio illuminato per la festa – ph Manuela Gennburg
I monaci non sono gli unici intenti nei preparativi per la cerimonia. In ogni vicolo anche gli abitanti sono indaffarati a riempire ceste con piccoli fiori, a realizzare barche leggere, leggerissime. Seppur realizzate con carta, foglie e tronchi di banano le barche hanno un aspetto imponente. Si celebra il “LaiHeua Fai”, ovvero il “Fire Boat Festival”, una festa che segna la fine della quaresima buddista. Tutta la cittadina è impegnata per giorni con il proprio lavoro a ringraziare Buddha e volgere la propria riconoscenza anche agli spiriti del fiume. Le barche realizzate vengono abbellite con candele e fiori. Vi si appoggia anche qualche moneta in omaggio agli spiriti del Mekong affinché proteggano Luang Prabang dalla sfortuna. Queste imbarcazioni vengono poi portate in processione (5) ed esposte davanti al tempio Wat Xieng Thong dove viene proclamata vincitrice la barca più bella (6).

5. Una delle barche portata in processione davanti al Wat Xieng Thong ph Manuela Gennburg

6. Le barche esposte per la votazione ph Valentina Brancaforte
Infine, le tantissime barche realizzate vengono portate a spalla dagli abitanti dei villaggi lungo le ripide scalinate che conducono alle sponde del fiume e li delicatamente adagiate (7). Ha inizio lo spettacolo di luci. Le acque si riempiono di riflessi dorati, verdi, azzurri e a momenti sembrano infuocarsi di rosso. Per propiziarsi la buona sorte, si svolge anche un altro rituale: gli abitanti lasciano scorrere sul Mekong tante piccole lanterne (8). E anche noi rendiamo omaggio a questa tradizione.

7. Le barche deposte sulle acque del Mekong ph Valentina Brancaforte

8. La folla di abitanti lascia scorrere le lanterne sul Mekong per propiziarsi la buona sorte ph Manuela Gennburg
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